Fotografare all’alba
Fotografare all’alba
Durante i miei soggiorni in Provenza mi è capitato di conoscere alcuni appassionati di fotografia, venuti ovviamente per godere soprattutto del meraviglioso spettacolo della fioritura della lavanda. Chiacchierando a cena, tra un petto d’anatra al miele e formaggi freschi di pecora con le mandorle, su vari trip fotografici inevitabili quando ti prende la passione, mi è stato consigliato di uscire a scattare foto all’alba, piuttosto che al tramonto. Un sacrificio che sarebbe stato ampiamente ripagato dalla sua luce magica.
Tutti gli amanti di fotografia conoscono il mito della golden hour crepuscolare e di sua sorella minore mattutina, ma io, confesso di non avere una grande esperienza nei confronti della seconda, se non un paio di albe spettacolari catturate quest’inverno mentre andavo al lavoro e un’alba memorabile letteralmente rossa di tre anni fa fotografata in riva al mare dalla mia stanza d’albergo. Tutte circostanze fortuite. Non l’avevo mai cercata, mentre questa volta si. Una cosa programmata.
Quest’anno per la prima volta, armati di una buona volontà che poteva tranquillamente sfumare e confondersi in una sottospecie di stoicismo, siamo scesi dal letto alle 5.30.
Con due borse sotto gli occhi da paura e senza caffè (cosa gravissima per me) siamo usciti in fretta e furia, perchè c’era già tantissima luce. Sembrava già tarda mattinata. Non c’era un attimo da perdere, il sole sorge molto velocemente e si sa, sono attimi estremamente fugaci da catturare.
Era freddo, io non mi sono potuta vestire come volevo, perciò il mio look è un abbinamento di fortuna e i capelli indomabili per via dell’umidità. C’era stato un temporale la sera prima e il sole stava facendo evaporare la terra bagnata.
La luce era in effetti un po’ surreale, ha regalato riflessi piuttosto cupi ai campi di lavanda, che è risultato di un porpora molto lontano dal viola.
Il vantaggio di fotografare all’alba è senza dubbio dato dal non avere ombre che disturbano. Le luci parassite però sono sempre in agguato e i contrasti sono comunque forti.
L’alba però dura un attimo e non lascia colori rosati nel cielo. Una distesa infinita di azzurro. Tantissima luce.
Personalmente, da brava cacciatrice di tramonti, continuo a preferire il crepuscolo, per quanto riguarda il calore della luce e le sfumature nei toni del rosso e dell’arancio che sfumano fino al blu indigo, che solo lui sa regalare, anche se ammetto che in certe condizioni, soprattutto quando il cielo è sconvolto, anche le albe sicuramente rappresentino un interessante terreno di sperimentazione.
Per queste foto abbiamo utilizzato quedsti obiettivi: Nikon 35 mm f 1.4 e Nikon 105 macro f 2.8, i miei preferiti, su Nikon D750.
La sessione fotografica è terminata tra una cosa e un’altra verso le 8.30, quando finalmente ci siamo concessi una lauta colazione e mezzo litro di caffè. Lungo, lunghissimo, che è come dire niente. Quando sono all’estero l’astinenza da caffè espresso è sempre un problema. Come l’assenza del bidet. Queste due gravi lacune straniere non le capirò mai. Per il resto tutto 10 e lode.
Indossavo:
pantaloni/pants: Zara (old)
maglia/tee: Kiabi (old)
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