Notting Hill
Notting Hill
Ci sono luoghi che restano impressi dentro di noi. Nella nella nostra memoria, nella nostra più profonda essenza. E’ frutto di un’incomprensibile alchimia generatrice di stati d’animo. Non si può spiegare. Bisogna viverla e basta. E poi riviverla nei ricordi. A distanza di anni, quella sensazione ritornerà sempre a galla, forte più che mai, con i suoi odori, con i suoi colori, vividi.
Ci sono cose che possono essere solo nostre, che non necessariamente devono essere condivise con qualcuno, perchè fanno parte del nostro giardino privato. Uno spazio necessario, che definisce la nostra unicità e nel quale soltanto noi stessi siamo autorizzati ad entrare.
Città, quartieri che ci hanno ispirato per questioni architettoniche, artistiche o storiche. O semplicemente per le storie che ci hanno saputo raccontare, vere o presunte tali. Strade che ci hanno affascinato per la loro straordinaria vita, crocevia di flussi multietnici, o al contrario per i loro silenzi. Che si lasciano attraversare nell’abbandono della periferia. Che sono state complici osservatrici di passioni, baci, storie d’amore vissute di fretta, nella frenesia della città.
Notting Hill per me è tutto questo. E’ un quartiere per me ancora gran parte inesplorato, che meriterebbe di essere assaporato con calma, nelle giornate di pioggia e in quelle di sole. Meriterebbe sveglie all’alba, lunghe passeggiate tra le file di case bianche, e poi colorate nei toni fatati dell’azzurro, del rosa e del giallo, e poi ancora bianche.
Un caffè e un pasticcino gustati lentamente dietro al vetro di una finestra, per osservare da lontano la gente che cammina distratta, assorta. Chissà quante storie intrecciate tra quelle vie!
Notting Hill, come sei bella. Sei poesia che mi commuove. E ad oggi, ancora non so il perchè.
Notting Hill, così sobria e desaturata. E poi all’improvviso, ti colori di sixties e seventies, con il tuo mercatino di Portobello Road. Ti colori di stravaganza, mi butti a capofitto in un mondo parallelo, senza tempo.
C’è musica negli angoli degli incroci: artisti di strada che suonano unplugged, ragazzi rasta che si improvvisano dj. Mi sento come se all’improvviso potesse comparire tra le bancarelle dell’usato un Beatle, Freddie Mercury, Eric Clapton oppure la mia adorata Amy Winehouse. Potrei trascorrere ore ed ore qui, perchè si perde il controllo del tempo. E nella tua discontinuità, cara Notting Hill, nella tua dualità, mi ricordi che mi trovo a Londra, dove convivono ovunque incoerenze, stravaganze affiancate ad apparente rigore e i più originali mix di stili.
E tutto questo mi piace moltissimo.
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Anch’io sono innamorata di Notting Hill!